Classi 4° A/B/C Linguistico
La formazione e buona parte della maturità di Kant hanno come sfondo politico il lungo regno di Federico II (1740/1786), il più illuminista dei sovrani e amico personale di Voltaire che per lungo tempo fu il suo consigliere personale. Federico promuove una serie di importanti riforme, tra cui l'abolizione della tortura e della pena di morte, nonché l'istituzione della scuola elementare obbligatoria. La Prussia dell'epoca non possiede un tessuto sociale di piccola e media borghesia come avviene in Francia e in Inghilterra, ma se le campagne sono ancora dominate dal l'aristocrazia terriera, nelle città, invece, esiste sin dal Medioevo una borghesia mercantile e manifatturiera che sostiene la politica di riforme di Federico II e ne beneficia. Anche in Prussia, quindi, l'Illuminismo si sviluppa di pari passo con la borghesia e con riforme di stampo liberale, realizzandosi con modalità diverse rispetto a Francia e Inghilterra. La Prussia non possiede né il vasto consenso popolare garantito da una classe che ha da tempo raggiunto il potere politico, quale ceto dominante, ed economico, come in Inghilterra, ne possiede la carica polemica e rivoluzionaria che aveva assunto in Francia dove la borghesia dapprima lotta contro il potere nobiliare e, dopo la morte del re Luigi XIV, diviene la forza politica più potente del paese. In Prussia si realizza il "dispotismo illuminato" teorizzato da Voltaire come fase di passaggio per educare il popolo alla partecipazione politica: in realtà però il vero passaggio al liberalismo politico nel Settecento in Prussia non avverrà mai. La città di Königsberg in cui vive Kant, pur non centrale come posizione geografica, rappresenta un centro importante del regno prussiano sia come sede di incoronazione del re Federico I nel 1701, sia come centro culturale e filosofico all'avanguardia perché qui insegna uno dei più famosi discepoli di Wolff: Franz Albert Schultz. Inoltre é proprio a Königsberg che si diffonde il pietismo, una corrente luterana particolarmente rigida che mostra maggiore attenzione alla coerenza di vita e al rigore morale, piuttosto che ai riti e ai dogmi: sarà proprio tale corrente ad influenzare Kant attraverso la madre che ne era una fervente sostenitrice.
L'Illuminismo tedesco.
Kant vive in pieno il periodo illuministico, ma di un Illuminismo dai caratteri ben diversi da quello europeo e, in particolare, da quello francese. Per i “philosophes” la ragione si differenzia da quella cartesiana, in grado di dare una risposta ad ogni problema: seguendo l'influenza dell'empirismo inglese, la ragione per gli illuministi francesi é orientata alla soluzione dei problemi pratici e al miglioramento della vita umana e sociale. In accordo con gli empiristi inglesi, l'Illuminismo francese rinuncia a qualsiasi pretesa metafisica per limitare la conoscenza dell'uomo alla sola esperienza. Nonostante ciò in Germania la tradizione metafisica sopravvive grazie all'apporto di Leibniz prima e di Wolff poi, stretto sostenitore di Leibniz. In Schultz, filosofo, pastore e direttore del Collegium Fridericianum, al quale lo stesso Kant verrà iscritto dalla madre, si giunge alla fusione di razionalismo e di pietismo proprio nella predicazione di Schultz. In Germanial'Illuminismo viene contestato prima che in altri paesi: dal 1770 grazie a Goethe e a Herder, a cui si aggiungerà in seguito anche Schiller, nasce e si diffonde lo Sturm und Drang (Tempesta e impeto), il movimento letterario ed artistico che anticipa e prepara il Romanticismo. Nell'opera kantiana saranno presenti entrambe le prospettive: da una parte egli rappresenta il punto di arrivo dell'Illuminismo, mentre dall'altro anticipa temi fondamentali del Romanticismo e dell'Idealismo dal quale sarà riconosciuto, nonostante il suo disaccordo, l'ispiratore principale.
Kant: vita e opere.
Kant nasce nel 1724 nella cittadina di Könisberg, nella Prussia orientale, in cui trascorrerà per intero la sua vita senza grossi eventi significativi. Dopo gli studi al CollegiumFridericianum, dove Kant frequenta dal 1732, egli si iscrive all'Università Albertina della stessa città, dove studia scienze naturali e filosofia sotto la guida di Martin Knutzen, allievo di Wolff, ma anche fine conoscitore sia dell'empirismo inglese, nonché del pensiero scientifico di Newton.
Nel 1755 consegue il dottorato e la libera docenza grazie ad alcuni argomenti di carattere scientifico (Sul fuoco) e filosofico (Nuova delucidazione dei primi principi della conoscenza metafisica).
Nello stesso anno espone anche una nuova teoria cosmologica, intitolata "Storia universale della natura e teoria del cielo" che verrà poi riformulata da Laplace e diventerà poi nota come «ipotesi di Kant-Laplace». Nel 1770 Kant, che aveva insegnato fino ad allora come libero docente, retribuito direttamente dagli studenti che richiedevano di partecipare ai suoi corsi, diventa professore ordinario superando un concorso per il quale presenta il saggio "De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis (Sulla forma e i principi del mondo sensibile e intelligibile), che prelude al periodo critico.
Nel 1781 Kant pubblica la «Critica della Ragion Pura», e lo scarso successo riscontrato dall'opera lo induce a preparare un'opera di intento divulgativa, i “Prolegomeni a ogni futura metafisica che si presenterà come scienza” del 1783, seguiti dalla “Fondazione della metafisica dei costumi” del 1785 e dalla “Critica della ragion pratica” del 1788.
Nel 1790 Kant pubblica la “Critica del giudizio” e tale opera precede la pubblicazione che gli creerà i maggiori problemi, cioè “La religione entro i limiti della sola ragione” del 1793, che sarà condannata dalla politica conservatrice del successore di Federico II, Federico Guglielmo II.
Nel 1797 Kant pubblica la “metafisica dei costumi” che sarà seguita dall'ultima delle grandi opere, la “Antropologia dal punto di vista pragmatico” che vedrà la pubblicazione nel 1798.
Nel frattempo la filosofia kantiana diventa un punto di riferimento essenziale sia in Germania, che in Europa, e Fichte ne sviluppa le implicazioni in termini idealistici. Kantnel 1796 abbandona l'insegnamento e impegna tutto il proprio tempo e le proprie energie contro questa interpretazione idealistica del suo pensiero, giungendo a contestarne le posizioni nel «Chiarimento a proposito della Dottrina della scienza di Fichte» che pubblica nel 1798. Poco prima della sua morte, nel 1804, gli allievi curano la pubblicazione di alcuni suoi corsi accademici, come la “Logica” nel 1800 e la “Pedagogia” nel 1803.
Presupposti generali e linee guida del pensiero kantiano.
Kant, partendo dal presupposto che discipline quali matematica e fisica possano essere a pieno titolo considerate quali scienze, si chiede quale sia il fondamento di questi saperi che vantano il carattere di universalità. Se é vero che la scienza deve basarsi sui giudizi, tuttavia Kant si chiede di che tipo tali giudizi debbano essere.
Il giudizio analitico a priori, pur non ampliando la conoscenza, ha il carattere utile della universalità ed é quello tipico utilizzato dai razionalisti; il giudizio sintetico a posterioriche, pur non essendo universale, é frutto di esperienza ed amplia la nostra conoscenza, ed é la tipologia di giudizio prettamente utilizzato dagli empiristi. Per Kant, invece, i giudizi scientifici adeguati sono dati dai giudizi sintetici a priori, che sono universali, cioè validi per tutti gli uomini, ma legati anche all'esperienza pur non dipendendo da essa in termini esclusivi. Ciò é possibile per Kant in quanto l'elemento a priori deriva dallo stesso soggetto conoscente: la conoscenza é quindi definibile per Kant come sintesi di esperienza e di principi a priori e compito della filosofia é proprio quello di indagare tali principi. Se riguardo alla conoscenza la ragione deve partire dall'esperienza e non può andare oltre, in ambito pratico invece, cioè nella morale, la ragione deve determinare la volontà che permette all'uomo di agire in quanto essere morale, indipendentemente da ogni circostanza specifica, da ogni condizionamento dell'esperienza e da ogni motivazione esterna: secondo Kant la morale deve fornire all'uomo solo la forma e non entrare in merito al contenuto specifico delle azioni allo scopo di aspirare alla sua validità universale, essere cioè valida universalmente per tutti gli uomini. Inoltre la morale deve essere autonoma, cioè fondarsi solo su se stessa, perché altrimenti non sarebbe governata esclusivamente dalla ragione, ma da altri fattori quali educazione, tradizione, cultura o interesse personale. L'esistenza di una morale autonoma e universale deve necessariamente presupporre alcuni postulati come la libertà, l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio. La metafisica, ritenuta impraticabile dal punto di vista conoscitivo, viene recuperata da Kant sul piano della moralità. Le prime due Critiche aprono la strada verso un dualismo apparentemente inconciliabile: la conoscenza, vincolata alla necessità propria delle strutture mentali tipiche di ogni uomo, e la libertà della morale, condizione imprenscindibile perché abbia un senso parlare di azione morale e di responsabilità personale. Se conoscenza scientifica e azione morale sembrano contrapporsi ed apparire come mondi eterogenei non aventi tra loro nulla in comune, Kant tenta una conciliazione con la terza Critica, quella del Giudizio: se il mondo, oltre che essere un meccanismo ordinato e prevedibile di fenomeni da conoscere, possiede un suo significato per l'uomo, ciò é possibile individuando all'interno della natura una duplice finalità: artistica in relazione al giudizio estetico, avente come oggetto la bellezza, e teleologica, cioè finalistica, in cui lo scopo di esistenza della natura é proprio lo scenario in cui si realizza la libertà morale dell'uomo.
Dall'interrogativo sul criticismo e sulle possibilità conoscitive della ragione umana, Kantarriva, attraverso l'azione morale e la sua libertà, ad affermare che é proprio nell'arte e nella contemplazione della bellezza della natura che il dualismo tra necessità e libertà si ricompone, proponendo una visione dell'uomo e della realtà unitaria ed organicamente coerente.