mercoledì 15 novembre 2023

Aristotele 5 - Logica 3.

 Classi 3°A/B/C Linguistico

Aristotele: i Sillogismi.

sillogismi o ragionamenti (da sylloghismos = discorso congiunto), riguardano un processo deduttivo in cui, date delle premesse, otteniamo una conclusione desunta da esse in modo necessario.

Ogni sillogismo presenta una struttura tipica distinta in tre giudizi di cui i primi due costituiscono le premesse e il terzo la conclusione del sillogismo, ad es.:


- Se tutti gli uomini sono mortali,

- e se tutti i Greci sono uomini,

- allora tutti i Greci sono mortali.


Il termine di collegamento tra le due premesse e' il termine medio, di solito rappresentato da una sostanza seconda, cioè da un nome comune, che è presente in entrambe le premesse. Nell'esempio di sillogismo riportato il termine medio e' rappresentato da uomini che compare in entrambe le premesse.

Il termine medio e' facilmente visualizzabile disegnando un Diagramma di Venn in cui è possibile posizionare tutti i sostantivi che sono presenti nelle due premesse.

Il termine medio compare sempre all'interno del cerchio mediano, mentre il termine più

generale occupa l'insieme più esterno e quello più ristretto occupa l'insieme più interno, in questo caso Greci. 

Il termine più esteso individua la Premessa Maggiore, mentre il sostantivo più specifico individua la Premessa Minore. Il termine medio, e' da rilevare, non viene preso in considerazione per individuare le due premesse: il suo compito sarà quello di legare le premesse in modo logico, ma non si considera per tale scopo.

Nella conclusione, invece, non deve mai comparire il termine medio, ma il soggetto deve essere dato dal termine minore, in questo caso Greci, mentre il predicato e' dato dal termine maggiore, in questo caso Mortali.

A questo punto possiamo ormai elencare le regole di validità di un sillogismo:


- la premessa maggiore deve sempre trovarsi al primo posto in un sillogismo che aspiri ad essere valido e non al secondo dopo la premessa minore;

- il termine medio non deve mai comparire nella conclusione;

- il soggetto della conclusione deve sempre essere il termine minore, cioè quello contenuto nella premessa minore, mentre il predicato e' dato dal termine maggiore, cioè quello contenuto nella premessa maggiore;

- la conclusione deve scaturire in modo consequenziale e necessario dalle premesse: se nelle premesse si parla di un certo argomento, allora nelle conclusioni si deve necessariamente affermare o negare qualcosa sullo stesso argomento e non parlare di qualcosa di diverso.

Un altro aspetto importante della Logica aristotelica e' la distinzione tra verità del sillogismo e validità logica: 

- mentre per Platone verità e validità erano coincidenti, per Aristotele non è così: un sillogismo può essere valido logicamente, ma non vero o verosimile necessariamente, o può essere vero, ma non valido, come nel caso:


Se tutti gli uomini sono mortali,

e se tutti gli dei sono uomini,

allora tutti gli dei sono mortali


La conclusione non è vera, perché gli dei non sono uomini, ma è logicamente valida perché scaturisce in modo necessario dalle premesse e sarebbe vera se le premesse lo fossero.


Modi e figure di un sillogismo.


Il sillogismo può essere analizzato rispetto anche ad altri due elementi: 


- il modo, cioè il tipo di giudizi che lo compongono;

- la figura data dalla posizione del termine medio all'interno delle due premesse.


Il modo e' possibile trovarlo all'interno di un sillogismo molto facilmente anche con l'aiuto visivo del quadrato logico.


                                 

                                    A                                             E                                                                                                                                                         

                                           

                                      






                                     I                                               O


Se si prende un esempio di sillogismo qualunque quale:


Se tutti gli uomini sono bipedi,

e se alcuni esseri viventi sono uomini,

allora alcuni esseri viventi sono bipedi.


Aldilà della validità o meno del presente sillogismo, e' necessario trovarne il modo analizzando la tipologia di giudizi utilizzati.

Il primo giudizio e' universale affermativo, quindi lo collocheremo all'interno del quadrato logico come A; il secondo e' una particolare affermativa e quindi I;

il terzo giudizio e' ancora una particolare affermativa e quindi I.

Il modo del nostro sillogismo sarà allora AII.

Per quanto riguarda la figura di un sillogismo, essa è data dalla posizione del termine medio all'interno delle due premesse e tali possibilità sono riassumibili in quattro diverse figure:

 

- 1 figura:   SP

- 2 figura:   PP

- 3 figura:   SS

- 4 figura:   PS

 

Se il termine medio risulta essere sogg. nella prima premessa e predicato nella seconda sarà di 1 figura, mentre se risulterà essere predicato in entrambe le premesse sarà di 2 figura, se risulterà essere soggetto in entrambe le premesse sarà di 3 figura e se sarà predicato nella prima premessa e soggetto nella seconda, sarà di 4 figura.

Aristotele non si interessa dei sillogismi di 4 figura, a differenza dei logici medievali, ma considera perfetti quelli di prima figura, individuando ben 19 modi validi dei sillogismi.


La conoscenza scientifica e il sillogismo scientifico. 


La conoscenza ha bisogno, secondo Aristotele, di un sillogismo che sia formalmente valido rispetto alla struttura e vero rispetto al contenuto.

Tale sillogismo e' individuato da Aristotele nel sillogismo categorico o apodittico che si caratterizza per il fatto che, se entrambe le premesse sono vere, anche la conclusione sarà necessariamente vera. Il ragionamento scientifico, infatti, non può prescindere dall'esigenza che ciò che si afferma di una qualsiasi realtà sia logico, cioè universalmente comprensibile, e sia vero, o almeno verosimile, cioè verificabile mediante esperienza.

Esistono però altre forme di sillogismo che non possiedono tali requisiti e che, quindi, non possono essere considerati scientifici: il sillogismo dialettico e quello retorico, ad es., conducono a delle conclusioni solo probabili, ma non sicuramente vere.

Un esempio di sillogismo retorico e' il sillogismo induttivo

- nella sua struttura entrambe le due premesse sono particolari, mentre la conclusione e' universale, ma ciò significa che, considerando pochi casi, non è possibile giungere a conclusioni universali usando questo tipo di sillogismo, quindi avremo soltanto conclusioni probabili, ma non certe, poco utili al ragionamento scientifico.

Nel giudizio categorico, invece, almeno una delle due premesse e' universale e ciò garantisce il carattere dimostrativo del sillogismo, visto che almeno una delle premesse e' valida per tutti i casi considerati. 

Aristotele stesso, a questo proposito, propone un esempio di sillogismo:

- l'uomo, il cavallo e il mulo sono longevi;

- l'uomo, il cavallo e il mulo sono senza bile;

- allora tutti gli animali senza bile sono longevi.

Le qualità proposte sono entrambi presenti in alcuni animali, ma non in tutti e, pur legando assieme le due premesse, questo legame non è necessario perché riguarda solo pochi animali e non tutti: quindi questo sillogismo può essere benissimo usato per persuadere qualcuno di qualcosa, ma non può essere usato in modo dimostrativo, cioè scientifico.

Il sillogismo categorico e' un ragionamento deduttivo in quanto dimostra la necessità delle conclusioni a partire da delle premesse date.

Tale sillogismo però nulla può dirci circa la verità o falsità delle premesse che usa, a meno che esse non derivino da altri sillogismi: se però la questione della verità nella logica e' marginale, in quanto indaga sulla correttezza dei ragionamenti, per la Scienza invece la questione risulta essere essenziale.

La conoscenza scientifica infatti non è solo deduttiva, ma anche dimostrativa, deve infatti provare la verità di quanto asserisce, a partire dalle premesse.

Le premesse utilizzate possono derivare da premesse precedenti, ma questo non può essere un processo all'infinito: prima o poi infatti la scienza deve poter individuare proposizioni vere senza poterle desumerle da altre.

Allo scopo di risolvere questo problema Aristotele introduce altri due metodi di indagine della realtà che affianca al metodo deduttivo che rimane, però, quello principale: il metodo induttivo e quello dell'intuizione.

Il metodo dell'induzione permette di cogliere i principi generali a partire da osservazioni di vari casi particolari, come ad es. affermare che tutti i fiori hanno un profumo dopo averne osservati in concreto vari esempi. Tuttavia il limite di questo metodo e' che le conclusioni a cui giungiamo non possono mai essere sicure, ma solo probabili.

Il metodo intuitivo, invece, permette di intuire i principi generali nella loro evidenza e immediatezza tramite l'intelletto: esistono infatti principi o assiomi comuni a tutte le scienze e altri invece propri e specifici di ognuna di esse. Tra i principi comuni e' importante ad es. il principio di non contraddizione, in base al quale è impossibile affermare e negare contemporaneamente la stessa cosa (ad es. oggi piove e oggi non piove); da tale principio deriva il principio di identità, che indica che una cosa e' identica a se stessa (A=A); abbiamo poi il principio del terzo escluso, cioè che tra due realtà o affermazioni contraddittorie tra loro possa esistere una terza realtà o affermazione di compromesso (ad es. Giovanni e' simpatico; Giovanni e' antipatico;Giovanni e' un po'

 simpatico e un po' antipatico).

Questi assiomi, secondo Aristotele, sono propri non soltanto della Logica, ma appartengono anche all'essere in quanto tale: ecco perché sono oggetto di studio anche da parte della Metafisica.

Grazie all'intuizione e all'uso degli assiomi, ogni scienza costruisce le proprie definizioni che costituiscono il punto di partenza del procedimento deduttivo.

La Logica non può necessariamente entrare nel merito del contenuto delle definizioni, ma può indicarne le condizioni formali di correttezza, cioè valutare la loro validità logica. Ogni definizione deve essere costruita  per genere prossimo e differenza specifica: significa cioè per il genere prossimo si deve far riferimento al genere più vicino, nel caso di uomo il genere più vicino e' animale, mentre la differenza specifica e' ciò che lo differenzia da altre specie animali, cioè ad es. il fatto di essere razionale. In tal caso la corretta definizione di uomo e' quella di animale razionale.

Possiamo così, secondo Aristotele, le caratteristiche delle definizioni e dei principi, ma non è possibile indicare delle regole chiare per costruire tale conoscenza, diversamente dal metodo deduttivo. Aristotele chiama prontezza mentale la capacità che non tutti gli uomini possiedono di utilizzare in modo adeguato l'intuizione a tale scopo.