mercoledì 20 dicembre 2023

Lezione 13 - Hegel 6: La Filosofia dello Spirito e lo Spirito Soggettivo.

 Classi 5°A/B/C Linguistico - Lez. 13

 Introduzione alla filosofia dello Spirito.

L'Idea, dopo essersi alienata diventando natura, ritorna in se stessa, acquistando coscienza di sé o, come dice Hegel, diventando Idea in-sé e per-sé. La conoscenza dello Spirito è conoscenza dell'uomo in sé, nella sua essenza, che è appunto spiritualità. Lo Spirito rappresenta il momento della consapevolezza ed emerge dalla natura attraverso l'uomo che comincia a divenire cosciente prima a livello individuale, come Spirito soggettivo; poi in relazione con gli altri uomini, attraverso le istituzioni sovraindividuali, che sono espressioni storiche e sociali indipendenti dal singolo individuo (come ad es. la famiglia o lo Stato), come Spirito oggettivo; infine nella sintesi di questi due momenti, cioè come Spirito assoluto, che rappresenta l'insieme della conoscenza umana, l'Idea che conosce se stessa e tutto l'esistente nella sua processualità, essendo consapevole di tale conoscenza.

Il momento della consapevolezza individuale: lo Spirito soggettivo.

Lo Spirito soggettivo che si realizza negli individui, è l'emergere della spiritualità della natura mediante l'uomo. Inizialmente è Spirito naturale che, inizialmente, è anima universale o anima mondiale che si particolarizza nelle differenze specifiche della Terra (climatiche e morfologiche), dando luogo alle differenze di razza e agli spiriti locali, cioè le diverse etnie, e infine si singolarizza nei soggetti individuali, nell'anima dei singoli uomini. E proprio dello studio dell'anima, o Spirito naturale, si occupa l'antropologia che costituisce il primo momento o movimento dialettico dello Spirito soggettivo. L'antropologia studia infatti l'anima a livello mondiale, locale e individuale ed Hegel la articola in tre momenti: l'anima naturale, che rappresenta la tesi o momento intellettivo-astratto dell'antropologia, l'anima senziente, che costituisce il secondo momento dialettico o negativo-razionale, e l'anima reale, che costituisce la sintesi o momento speculativo, o positivo-razionale, dell'antropologia.
L'anima naturale è ancora il «sonno dello Spirito», rappresenta cioè lo Spirito non consapevole di sé. In questo primo momento, che è strettamente legato alla naturalità e alla sensibilità, il comportamento umano è fortemente ancorato e influenzato dalle condizioni naturali, ossia dai fattori esterni, e si manifesta sotto forma di istinto. L'istinto, per Hegel, rappresenta una reazione automatica agli stati di piacere e di dolore, e si manifesta all'esterno come sequenze di abitudini e di comportamenti involontari o riflessi. Poiché le acquisizioni dialettiche, pur venendo poi superate nel momento dialettico successivo, non vengono annientate, ma risultano acquisite, la naturalità risulta essere una componente individuale che si conserva in ogni individuo, anche quando la coscienza individuale emergerà, prendendo il sopravvento sulla natura.
Il sorgere della sensazione viene interpretato da Hegel quale risveglio dell'anima senziente rispetto all'anima naturale e si giunge così al secondo momento dell'antropologia, quello dialettico e negativo, in cui l'anima comincia a distinguersi dal corpo, differenziando tra soggetto e oggetto, tra spirituale e materiale. Si giunge così al terzo momento, quello della sintesi, in cui l'anima reale riunisce e supera la contrapposizione tra istinto, propriamente animale e naturale, e capacità di sentire, cioè di provare emozioni e sensazioni, e ciò porta l'individuo a superare lo stato di pura naturalità, preparandolo alla coscienza.
Attraverso le tappe della antropologia infatti l'individuo si avvia verso il raggiungimento della consapevolezza, mediata attraverso i tre momenti della Fenomelogia dello Spirito, che trovano qui la loro collocazione. Come già esaminato in precedenza la Fenomenologia studia il processo mediante il quale la coscienza individuale raggiunge la propria autocoscienza e si articola anch'essa in tre momenti dialettici: la coscienza, che ne rappresenta la tesi, l'autocoscienza, che rappresenta il momento negativo o antitesi, e la ragione che ne costituisce il superamento o sintesi.
Questi tre momenti vengono da Hegel considerati quali tappe del secondo momento dialettico o antitesi dello Spirito soggettivo e vengono analizzati nel loro determinarsi storico, cioè nel loro divenire, in quanto momenti salienti dello sviluppo dello Spirito. Con la trasformazione della coscienza in ragione, attraverso le diverse mediazioni dialettiche che si succedono via via e attraverso le figure della Fenomenologia dello Spirito, l'individuo raggiunge la certezza che al pensiero corrisponde la realtà e che questa ha leggi di funzionamento che corrispondono completamente alle leggi che strutturano il proprio pensiero: Hegel sottolinea quindi l'esistenza di un isomorfismo tra pensiero e realtà, tra essenza delle cose e pensiero che riprende totalmente l'immanenza aristotelica, sottolineando l'identità tra ideale e reale come dato ormai acquisito dall'individuo. Tale certezza da parte della ragione contraddistingue il passaggio al terzo momento dello Spirito soggettivo, quello della psicologia, che ne rappresenta il pieno compimento. La psicologia, che studia la struttura universale dell'animo umano, si articola anch'essa in tre momenti: lo Spirito teoretico, che ne costituisce la tesi, lo Spirito pratico, che rappresenta l'antitesi del processo, e infine lo Spirito libero, che ne è la sintesi.
Il primo momento, quello dello Spirito teoretico, comprende l'esame delle diverse facoltà conoscitive umane quali l'intuizione, la rappresentazione, l'immaginazione, la memoria e il pensiero, che, nel loro insieme, costituiscono la conoscenza del mondo come omogeneo rispetto allo stesso Spirito. Il secondo momento, quello dello Spirito pratico, rappresenta l'analisi dei motivi che spingono all'azione l'uomo, quindi tutti quei fattori, indipendenti dalla ragione, che influenzano i comportamenti individuali (impulsi, stati d'animo, interessi, obiettivi). Il terzo momento, quello dello Spirito libero, rappresenta la sintesi dei due momenti precedenti: in esso la conoscenza guida il comportamento e l'uomo agisce non più spinto da impulsi irrazionali ed emotivi, ma come libera espressione della propria volontà. Con tale acquisizione il singolo individuo supera i limiti della propria soggettività e riconosce il proprio volere non come isolato e illimitato, incentrato esclusivamente sui propri bisogni e desideri, ma come partecipe del volere universale, comune agli altri individui. Tale riconoscimento dell'individualità propria ed altrui e del conseguente volere comune, apre la strada al superamento della propria consapevolezza individuale verso la convivenza sociale e le istituzioni che la esprimono, gettando le basi per il movimento dialettico successivo: quello dello Spirito oggettivo.