mercoledì 20 dicembre 2023

Lezione 12 - Hegel 5: La Filosofia della Natura.

Classi 5°A/B/C Linguistico - Lez. 12

La filosofia della Natura.

La natura è l'Idea fuori-di-sé, l'Idea che nega la propria idealità divenendo mondo. In quanto Idea che nega se stessa, nella natura si dovranno poter riscontrare le determinazioni della logica, sia a livello ontologico, nel senso che la logica è espressione della razionalità che costituisce e governa il reale, sia in senso epistemologico, visto che le diverse scienze della natura, pur nella specificità delle loro indagini, seguono il modello generale della logica nel metodo e nelle leggi di indagine effettuate mediante il pensiero.
L'analisi di Hegel si sviluppa quindi su due piani strettamente correlati tra loro: l'indagine dell'essere della natura come razionalità intrinseca e la conoscenza della natura attraverso l'individuazione dei principi generali delle singole scienze.
Anche in questa seconda parte del suo sistema filosofico, che rappresenta l'antitesi rispetto alla logica o il per-sé, Hegel introduce una tripartizione, individuando tre diversi momenti o movimenti dialettici che delineano lo sviluppo processuale della natura: la meccanica che rappresenta la tesi del processo, la fisica, che ne rappresenta il momento negativo o antitesi, e l'organica, che rappresenta la sintesi o il superamento dei due momenti precedenti.
Hegel, pur rifacendosi alle conoscenze scientifiche dell'epoca, tuttavia non attribuisce all'indagine della natura la stessa importanza che gli aveva attribuito lo svolgimento filosofico della filosofia di Schelling, in quanto considera la natura come puro momento di oggettivazione dell'Idea, di alienazione dell'Idea nelle cose, che assume importanza soltanto in quanto momento negativo, necessario allo svolgimento dello Spirito, ma che comunque rappresenta una degradazione dell'Idea e della sua razionalità nell'esistente puro. Da questo punto di vista vale per Hegel la stessa critica che Schelling aveva mosso alla filosofia di Fichte: aver fatto un uso strumentale della natura finalizzato al successivo sviluppo dialettico dell'Io, e nel caso di Hegel dell'Idea, senza averla considerata un momento di indagine saliente per se stessa. Hegel, che all'interno della Logica aveva ripreso comunque la tripartizione dei momenti dialettici della natura da Schelling quali momenti del concetto oggettivo allo scopo di delineare i modi di pensare e di essere dell'esistente, li analizza e sviluppa come esclusivo riferimento allo sviluppo successivo dello Spirito, pur riconoscendone il finalismo intrinseco e la razionalità. È per questo motivo che Hegel non si preoccupa tanto di analizzare in dettaglio la processualità della natura e dei suoi momenti, come invece aveva fatto nella logica, ma ritiene invece di maggior importanza delineare il ruolo centrale che la natura svolge nel favorire il passaggio dall'Idea astratta, la logica appunto, a quello che per lui è il momento di indagine più importante, cioè lo Spirito.
Ritornando ai tre momenti dialettici della Natura, si è detto che il primo momento o movimento dialettico è la meccanica, che rappresenta il momento intellettivo-astratto o tesi dello sviluppo dialettico della natura. La meccanica studia la materia in quanto agita da cause efficienti, priva di scopi e di finalismo, e dove risulta assente qualsiasi impulso vitalistico.
Il secondo momento, dialettico o negativo-razionale, è rappresentato dalla fisica che studia invece la natura che agisce, che è soggetto, e che comprende la chimica, il magnetismo e fenomeni simili che permettono ad Hegel di evidenziare l'attività razionale e organizzatrice dell'Idea all'interno della Natura. È infatti proprio nelle reazioni chimiche o nei fenomeni elettrici e magnetici che Hegel vede applicata e in azione la razionalità del reale, celata nell'esistente, richiamandosi in modo esplicito ad una visione tipicamente schellinghiana di natura dormiente, inconsapevole, ma comunque attiva, che cela un ordine razionale al suo interno che la natura non è in grado di esprimere compiutamente.
La stessa visione romantica della Natura che la considerava un coacervo di forze e di fenomeni, affascinanti, ma spesso del tutto incomprensibili alla mente umana, rendendola temibile nemica dell'uomo e, allo stesso tempo, fonte di attrazione fascinosa e di ispirazione, non manca di influenzare lo stesso Hegel che assume verso la natura e la sua indagine atteggiamenti più artistici e romantici, che non legati ad interesse scientifico o speculativo.
Infine quale terzo momento, positivo-razionale o speculativo come lo definisce Hegel stesso, si ha l'organica che si occupa appunto dello studio degli organismi viventi da cui emerge la coscienza.
La natura quindi per Hegel è l'Idea, ma essa non ne costituisce la realtà, che è propriamente Spirito. Nel processo di alienazione, nel diventare altro-da-sé, l'Idea si spazializza, per cui i diversi momenti che la caratterizzano si presentano come esterni, separati l'uno dall'altro. Il rapporto dialettico rimane presente nella natura pensata, ma nel suo essere effettivo le forme reali che essa assume risultano fisse, come cristallizzate, e non si evolvono l'una nell'altra nel processo dialettico, come invece accadeva per le figure della Fenomenologia.
Se per Hegel il processo dialettico è presente nella realtà spirituale, nei concetti, che sottostanno alle forme della natura, il processo dialettico risulta invece essere assente nelle forme stesse che la natura assume. Per questa ragione Hegel stesso precisa che nella natura è preferibile parlare di gradi, piuttosto che di veri e propri momenti: il chimismo, ad esempio, non si evolve in organico, in quanto la vita è un aspetto aggiuntivo rispetto alle reazioni chimiche che questa presuppone; lo stesso chimismo, per quanto considerato da Hegel quale grado che si posiziona accanto all'organico, e per quanto sia ad esso connesso in termini concettuali, rimane di fatto separato dall'organico.
Tra tutti questi aspetti, quello che suscita un certo livello di interesse per Hegel è appunto l'organico, in grado di costituire la premessa essenziale perché si possa sviluppare lo Spirito.
La spazialità della natura si manifesta come materia, che è esteriorità rispetto all'Idea e la cristallizzazione delle forme, causate da tale spazialità, impedisce ai concetti sottostanti di passare l'uno nell'altro mediante il processo dialettico. Poiché i concetti, e quindi la razionalità di cui sono espressione, risultano imprigionati nelle forme rigide della natura, essi perdono il loro dinamismo e la contraddizione, il momento del negativo, che costituiva la forza del divenire all'interno della logica, rimane irrisolta. La natura, proprio per questo motivo, viene considerata da Hegel come decadenza dell'Idea: nella natura infatti l'Idea è esterna a se stessa, si nega come Idea. Se le leggi di natura sono infatti soggette a una rigida necessità, ciò non vale per i singoli esseri il cui percorso esistenziale è del tutto accidentale. L'influenza della concezione romantica della natura qui è ancora più evidente: se la natura rappresenta qualcosa di divino per quanto riguarda la sua struttura generale, in quanto è l'espressione dell'oggettivazione dell'Idea, pur tuttavia essa si presenta contraddittoria nella sua esistenza concreta, in quanto i singoli esistenti non presentano alcuna corrispondenza con i concetti da cui derivano.
Se quindi per Hegel la natura, per alcuni aspetti, risulta essere refrattaria ad essere ricondotta al pensiero che l'ha prodotta e risulta essere indeducibile al concetto, ciò non significa negare la sua evidente finalità generale che ne fa comunque un importante momento di sviluppo dell'Idea: essa, attraverso i vari gradi, produce organismi sempre più complessi, fino ad arrivare all'uomo, mediante i quali l'Idea, uscita da sé per farsi mondo, ritorna in sé per diventare Spirito.
Hegel afferma infatti che lo Spirito rappresenta la verità e lo scopo finale della natura, mentre l'Idea ne costituisce la vera realtà.
Si è visto come tra i diversi gradi della natura non esiste alcuna evoluzione: ogni specie è in sé fissa e immodificabile, come tutto ciò che attiene alla spazialità. Tuttavia lo sviluppo complessivo del sistema, che è ricostruibile dal punto di vista concettuale, secondo Hegel mostra un teleologismo di fondo che, muovendo dagli organismi più semplici, ha come punto di arrivo la produzione dell'uomo. È proprio nell'uomo che l'Idea ritorna ad emergere e, attraverso di lui, può intraprendere il cammino di ritorno a se stessa come Idea autocosciente, cioè come Spirito.